In ricordo di Luigi Massignan

In ricordo di Luigi Massignan

4 Novembre 2020 0 Di Lionsadmin

Il 31 di ottobre ci ha lasciati, a ben 102 anni, il nostro socio Prof. Luigi  Massignan, figura di eccellenza della psichiatria, partigiano sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen e uomo dal profondo impegno sociale, anche nel Lions.

Ricordo di Luigi Massignan

Ho conosciuto Luigi Massignan frequentando il nostro Lions Club Padova Host, del quale Luigi è stato socio per oltre 50 anni. Luigi era un uomo piuttosto riservato; interveniva raramente, in genere su temi collegati con attività di service. I suoi interventi denotavano saggezza, equilibrio e soprattutto grande sensibilità verso gli altri, soprattutto i più deboli.

Io ero entrato nel Padova Host nel 1991-92, due anni dopo che egli era stato presidente del club. Non avevo quindi potuto conoscerlo in quella veste, che consente di riconoscerne la personalità e le caratteristiche. Posso dire di aver veramente capito che uomo era e quali esperienze aveva vissuto quando, nel 2000, uscì un prezioso libro da lui scritto: Ricordi di Mauthausen. Già questo titolo fa venire i brividi, e infatti la sua lettura ci fa rivivere con l’autore l’esperienza tragica del campo di sterminio nazista.

Luigi ha deciso di mettere per iscritto questi ricordi oltre 50 anni dopo i fatti; e ha dedicato il volume ai suoi nipoti, volendo lasciare loro, a futura incancellabile memoria, una testimonianza per sua natura agghiacciante, ma scritta con mano leggera, per non turbare troppo il lettore. Ricordo una frase con cui Luigi sintetizza a che cosa la malvagità poteva condurre le sue vittime, alle quali venivano inflitte sofferenze fisiche e morali, privazioni del cibo necessario alla vita, togliendo loro anche la dignità: in quelle situazioni, scrive Luigi, “l’istinto di sopravvivenza prevale sulla solidarietà e sulla generosità personale”; una frase che ci ricorda il noto verso dantesco “più che l’amor poté il digiuno”. In seguito, come egli scrive, il ricordo di ciò provoca, una volta scampati alla morte, un senso di colpa per il solo fatto di essere sopravvissuti dove moltissimi altri non ce l’hanno fatta. Comunque il libro, pur trattando ricordi passati, è rivolto al futuro, perché la memoria ci sia sempre di guida e di monito.

Credo che nella frase sopra citata e nei tragici ricordi di ciò che aveva vissuto si nasconda la motivazione che ha poi spinto Luigi, una volta laureato in Medicina, a specializzarsi in Psichiatria: la sua attività come Direttore degli Ospedali psichiatrici di Udine e di Padova è stata un modo per aiutare persone particolarmente fragili a liberarsi dalle proprie ansie o almeno a metabolizzarle.

Tra le persone fragili ci sono anche gli anziani: a questi Luigi si è dedicato a lungo mediante la “Pro Senectute”, associazione fondata nel 1995 di cui egli è stato per molti anni presidente. E altre attività di volontariato sono state da lui svolte in diversi ambiti, tra i quali la lotta alla distrofia muscolare.

Ecco come io ricordo Luigi: un uomo che ci ha lasciato tracce indelebili del suo passaggio tra noi.

Alberto Mirandola