26 ottobre 2018 – LC RUBANO RUBIANUS – Ascesa e Declino dell’Unità d’Italia

Il nuovo saggio del Senatore Domenico Fisichella, “Ascesa e declino dell’unità d’Italia” si apre, già nel 1° capitolo, con una citazione emblematica che recita “Ma vogliamo proprio fare dell’Italia uno Stato federale, creando tanti piccoli Staterelli che lotterebbero l’un contro l’altro per contendersi le scarse risorse del Paese?”. Sono parole pronunciate da Palmiro Togliatti l’11 marzo del 1947, in sede di dibattito sul progetto di Costituzione della Repubblica Italiana ma, visti gli aneliti autonomisti che attualmente stanno agitando larghi strati dell’opinione pubblica, oggi potrebbero comparire sulle pagine dedicate all’analisi politica di un qualsiasi quotidiano. Ed è proprio il timore o la previsione che le logiche partitiche possano frantumare il tessuto connettivo nazionale che costituisce il leitmotiv dell’opera che, denunciando e documentando le pecche che hanno connotato la formazione e lo sviluppo dell’impianto regionale, si pone l’obiettivo di scongiurare il pericolo di una frantumazione dello Stato. Un pericolo che non è insito nel federalismo, visto come categoria astratta, ma nel “federalismo per disaggregazione”, quale viene concepito in vari ambiti politici che stanno condizionando l’opinione pubblica, facendone emergere gli egoismi più retrivi. Nell’esaminare le responsabilità per quella che viene vista come una progressiva dissoluzione istituzionale, l’Autore non risparmia le sue critiche ai governi di destra o di sinistra che, con l’approvazione di successive riforme costituzionali esiziali per l’autorità statuale, hanno condotto il Paese verso una condizione che viene definita come il “suicidio della democrazia”, cioè verso “… la follia della rinuncia alla libertà”.

Per sottolineare la capacità intrinseca dell’istituto monarchico di opporsi a tale involuzione, il volume procede con una rivisitazione critica degli eventi che hanno determinato la nascita e l’evoluzione dell’ideologia fascista, la determinazione dei Governi dell’epoca di partecipare alle due Guerre Mondiali e, in chiusura, delle tensioni internazionali che hanno preceduto il Convegno di Peschiera.

Accadimenti che hanno visto Vittorio Emanuele III ergersi, a seconda delle situazioni, quale strenuo difensore degli interessi nazionali, accorto mediatore nei momenti più critici, autorevole interlocutore negli incontri con le diplomazie strani

Per concludere, corre l’obbligo di riconoscere all’Autore non comuni capacità di sintesi e di preveggenza.

Sintesi, perché è riuscito a riunire, condensare ed esplicitare in un volume di agevole lettura molti dei problemi dovuti alle forze centrifughe che agitano la scena politica italiana e che, quotidianamente, si oppongono al corretto funzionamento dell’apparato statale, visto come unità inscindibile.

Preveggenza perché già con l’immagine della copertina è riuscito ad anticipare sia quella spaccatura del Paese in tre entità contrapposte sia “l’eccesso della pluralità, la rissa del tutti contro tutti” scaturite dall’esito delle ultime elezioni.

In merito, sembra d’obbligo riportare integralmente la frase conclusiva del volume che suona come un appello   ai futuri governi a trovare “…nella storia, nel valore della sua continuità, non nella cronaca, il motivo di impegno per un avvenire che viceversa si delinea denso di prove difficili”.