DISTRETTO 108 TA3: Accademia del Lionismo – Secondo workshop formativo

DISTRETTO 108 TA3: Accademia del Lionismo – Secondo workshop formativo

10 Aprile 2017 0 Di Padoan Paolo

Si è tenuto all’Holiday di Marghera Venezia sabato 18 marzo il secondo Workshop della Accademia del Lionismo del Distretto con il tema “Il cambiamento : subirlo o gestirlo”. Dopo un breve indirizzo di saluto ai presenti del Governatore Massimo Rossetto ha introdotto e coordinato gli interventi l’ Officer del Centro Studi Loris Fasolato. Sala gremitissima , presenti molte autorità Lionistiche , il Presidente del Rorary di Treviso e il Pdg Mario Marsullo Segretario del Centro Studi promotore della iniziativa. Ha iniziato i lavori la Prof.ssa Martina Gianecchini del Dipartimento di Scienze Economiche Aziendali dell’ Università di Padova che si occupa di risorse umane che ha fatto una analisi di cosa significa industria 4.0, secondo la definizione di Mc Kinsey, per far capire come la rivoluzione tecnologica di questa quarta rivoluzione industriale incida sui lavoratori, sul lavoro, sulle imprese e quindi sul mercato del lavoro. “Il tratto caratteristico di questa rivoluzione – ha spiegato la Prof.ssa Giannettini – è quello , nell’uso delle macchine e nella informatizzazione, di sostituire il lavoro umano. Sono macchine che interagiscono con il lavoro umano che interagiscono tra di loro e che non necessariamente hanno bisogno di operatori”. Come esempio di questo tipo di industria è stata illustrato il lavoro della SARIV ,una azienda di Cittadella, molto piccola con solo trenta dipendenti che fa un prodotto con l’uso di ventisei macchine controllate solo con quattro operatori e collegate tra loro in Wi.Fi. . Le macchine si auto controllano e chiedono loro all’operatore quando devono essere mantenute o hanno dei problemi .” La cosa interessante – ha sottolineato la Giannettini – è che questi operatori sono tutti molto giovani e hanno un basso livello di scolarizzazione e non è necessario per loro capire la macchina ma devono interagire con un Tablet attraverso il quale, a seconda dei messaggi che la macchina invia, eseguono delle operazioni già standardizzate” . Questo è un esempio emblematico perché operatori anziani , molto più specializzati e che conoscevano molto bene la macchina, si sono trovati invece in grave difficoltà con l’uso del tablet perché la tecnologia chiedeva loro di essere semplicemente dei controllori. L’industri 4.0 mette insieme tutto quello che la tecnologia ha sviluppato negli ultimi dieci anni come ad esempio l’uso delle stampanti 3D che ha incrementato la manifattura additiva in settori industriali molto specialistici e sofisticati e , in ambiti anche molto diversi tra loro, in maniera invasiva.
Altro concetto importante emerso dalla relazione della Prof.ssa Gianecchini è quello dei Big Data Analytics cioè di aziende che hanno imparato ad utilizzare le tracce e quindi i dati che noi lasciamo i nei Social Media come Face Book, Linkedin o Twitter per profilare possibili candidati per le aziende. A fare queste operazioni di calcolo è un algoritmo che interpreta le informazioni che gli stessi utenti lasciano nei media.
Tutto questo ha un impatto enorme sul lavoro e i dati emersi da un lavoro di Frey, C. Osborn del 2013 che, attraverso una analisi del mercato del lavoro americano, ha scoperto la possibilità che con l’ automazione possa essere sostituito il 47% dei lavoratori con le macchine . Questo tipo di sostituzione è vincolato a lavori prevalentemente collegati alla manifattura,agricoltura, ristorazione, trasporti e logistica che sono i più facilmente automatizzabili. I lavori dedicati ai servizi alla persona , creativi, di carattere manageriale, di relazione sociale ,nei quali si devono prendere delle decisioni complesse, sono invece difficilmente automatizzabili. I lavori invece meno soggetti ad automazione e più richiesti sono quelli che richiedono le maggiori competenze secondo gli studi della fondazione Mc Kinsey. Pertanto ci sono lavori che possono essere sostituiti dalle macchine solo in una certa percentuale di sostituzione e lavori che non lo possono essere per niente come quelli di relazione (ad esempio l’assistenza sanitaria e l’istruzione). Le normali competenze routinarie amministrative, burocratiche possono essere sostituite mentre non sono sostituibili abilità non routinarie interpersonali o non routinarie analitiche intendendo con queste ultime competenze per la interpretazione dei Big Data Analytics che sono progressivamente sempre più richieste. Quindi “questa rivoluzione industriale 4.0 – ha concluso la Prof.ssa Gianecchini – porta alla distruzione di alcuni vecchi lavori ma le nuove tecnologie portano anche alla creazione di nuovi lavori in cui si richiedono quelle doti analitiche e creative quasi umanistiche che non sono automatizzabili e sono applicabili in tanti ambiti diversi”. La Formazione Continua a tutti i livelli , in primis l’istruzione scolastica, diventa fondamentale perché , se non è in linea con lo sviluppo della società, crea disuguaglianza.
Su questa linea l’intervento di Riccardo Donadon fondatore di H-Farm il primo venture incubator privato italiano nato con l’obiettivo di trasformare idee innovative in investimenti di successo nell’area di Ca’ Tron con 350 persone impiegate. Nel 2012 è stato chiamato dal Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera a far parte di una Task Force di esperti per migliorare il quadro normativo del settore e disegnare dei provvedimenti per lo sviluppo delle nuove imprese. E’ presidente di Italia Startup , Associazione che riunisce tutti coloro che credono nel rilancio del nostro paese e fa inoltre parte del Board della Università Ca’ Foscari. H-Farm nasce come un modello per aiutare i giovani a partire con le loro imprese e raggiungere il risultato. L’ aspetto umanistico è fondamentale nella innovazione “ se tu alla tecnologia ci aggiungi la capacità di vedere le cose con la profondità adeguata– ha spiegato il Donadon – puoi portare la tecnologia a sposarsi bene con la società altrimenti la tecnologia stessa può fare anche dei danni sociali enormi. Oggi c’è pochissima consapevolezza di quelle che sono le dinamiche del cambiamento che è molto veloce. Quello che succederà nei prossimi dieci anni è molto lontano dalla comprensione che noi abbiamo della velocità dei cambiamenti che avverranno nel futuro”. In alcuni settori molte aziende devono sopportare questo cambiamento con difficoltà. I giovani devono formarsi e anche i cinquantenni che sono chiamati a indicare ai giovani quale è la formazione da intraprendere devono essere a loro volta formati. Una iniziativa interessante di H-Farm è l’educazione dei bambini dai sei ai diciassette anni ai quali viene insegnato l’uso del computer o dell’ I-pad in modo attivo implementando in loro cosa sarà utile e interessante in modo ne traggano profitto soprattutto per quando finiranno il loro percorso scolastico. I 65% dei lavori che un bambino vede oggi in prima elementare quando uscirà di scuola non esisteranno più. La rete, Face – Boock che ci portiamo in tasca, sono strumenti potentissimi che hanno creato il più grosso mercato in condivisione del mondo e hanno creato la sharing economy che il mercato tradizionale non riesce dominare con nuovi modelli di impresa che entrano con numeri spaventosi nei meccanismi sociali. “ Ora adoperiamo le nuove tecnologie in modo compulsivo – afferma il Donadon – ma tra dieci o quindici anni, quando sarà finita l’ubriacatura che segue sempre l’uso delle nuove invenzioni, i giovani del futuro useranno queste tecnologie in modo più sereno perchè le hanno sempre viste e saranno scontate per loro. L’intelligenza artificiale invece può anche diventare una minaccia perché secondo le proiezioni il computer nel 2023 avrà la stessa velocità di calcolo del cervello umano e potrà veramente sostituirsi a tante altre attività all’interno della società . La robotica unita alla intelligenza artificiale sarà la prossima sfida che andrà governata”.
Vittorio Filippi che insegna Sociologia Aziendale nel suo intervento afferma che noi viviamo oggi tre grandi accelerazioni del tempo per le nuove tecnologie, per i mutamenti sociali e per il ritmo di vita. “ il paradosso di tutto questo è che l’impressione soffocante che noi abbiamo è quella di non avere tempo – afferma il Prof. Filippi – nonostante l’aumento della longevità delle persone e delle tecnologie che fanno risparmiare tempo però con una quantità di cose da fare che superano quelli della accelerazione tecnologica”. Egli individua come motore che fa accelerare il tempo è la competitività che richiede un aumento della produttività, una riduzione della visione escatologica del mondo che è sempre più secolarizzato e che gli individui vogliono sempre più ricco di esperienze in questa vita intesa e non in una futura. Tutto allora deve essere più accelerato: produzione, trasporti , relazioni, oggetti, stili di vita. Assistiamo ad una obsolescenza estetica molto veloce delle cose. Anche nella Politica parole come Ideologia o Partito meglio se sostituite da parole come Movimento , che dà idea di qualche cosa di veloce , di agile di fruibile a tutti. La Democrazia stessa è vista come un processo troppo …lento ed allora per molti è preferibile una Democratura che trova simpatizzanti in quei soggetti che non vogliono perdere tempo. “ Molti individui poi – sottolinea il Prof. Filippi – vivono invece una sorta di alienazione per non sapere usare del tutto una tecnologia perché crea un certo disagio, una sorta di spaesamento e diventano naturalmente misoneisti cioè rifiutano quello che è nuovo. E allora questi soggetti prediligono una filosofia slow in una sorta di elogio della lentezza . La fatica esistenziale, che è anche una fatica psichica, sembra quella di non trovare mai il proprio centro esistenziale perché il tempo corre più veloce di noi e questo centro si sposta continuamente”.
Il Leo Roberto Fabris nel suo intervento sottolinea che per i Leo è importante la gestione del tempo e il lavoro di gruppo. Fare services per fare emergere le potenzialità della persona. Etica, finalità e scopi sono affini ai Lions. Sono un metodo di lavoro , sono uno strumento, un mezzo e un obiettivo. “Nel mondo Leo c’è un approccio molto più operativo rispetto al mondo Lions – afferma Fabris – soprattutto nel campo della disabilità” . C’e però un turnover altissimo dei Leo per raggiunti limiti di età e solo un 5 – 10 % diventa poi Lions e questo rappresenta un problema al quale il multi distretto sta lavorando per dare delle risposte.
Il Vice Governatore del Distretto Ib2 Alberto Soci ha parlato poi sul futuro della nostra associazione.
“ L’ Associazione – afferma Alberto – ha cambiato sempre nel tempo già negli anni 20 del ventesimo secolo con il sistema del Welfair per le comunità locali superando la cultura delle lobbies per un bisogno di etica sociale”
Associazione, società civile e mercato si ritrovano nel Lions come luogo di interscambio per una sussidiaretà circolare per i bisogni dei più deboli e bisognosi. “Si pensi a Sight Fist alle campagne per il morbillo – ha continuato Soci – e quante e quali iniziative vedono protagonisti i Lions Clubs. Trasformazione, formazione e servizio sono i cardini su cui poggia l’ Associazione per affrontare il cambiamento e le nuove sfide sionistiche”.
Il Governatore Massimo Rossetto ha chiuso i lavori. “Abbiamo capito negli interventi di oggi – ha concluso Rossetto – che il mondo corre in tutti i settori con un progresso tecnologico che tende a disumanizzare e allora diventa importante la formazione per noi lions perché dobbiamo adeguarci ai tempi e continuare ad essere efficaci nella nostra azione ”.
Per approfondimenti e vedere integralmente le presentazioni dei relatori clikkare INTERVENTI.

VENEZIA – MARGHERA sabato 18 marzo 2017
Antonio Conz