GASPARA STAMPA e CARRARESI: Gabriele D’Annunzio e la prima guerra mondiale
Nel centenario della prima guerra mondiale, i Club Gaspara Stampa e Carraresi hanno voluto dedicare, per iniziativa delle rispettive presidenti Anna Gloria Fabbris ed Emanuela de Saraca , una serata ad uno dei protagonisti di quel tragico evento: Gabriele D’Annunzio.
Relatrice del meating , che si è svolto con grandissima partecipazione alla Piroga di Padova, la professoressa Romanella Bistoni Gentile, esperta di letteratura e di storia.
Con grande profondità e ricchezza di dettagli ed una narrazione leggera ed elegante, la prof. Bistoni ha tracciato un quadro a tutto tondo del “vate” D’Annunzio, genio poliedrico, poeta immaginifico e giornalista tagliente, acceso patriota e soldato coraggioso,
D’Annunzio fu anche “homo eroticus”, idolatrato per tutto il corso della sua vita da moltissime donne. La più famosa fu senz’altro Eleonora Duse, grandissima attrice, che era stata capace di rinnovare i modi della recitazione, rendendola più intima, spoglia e sommessa. Con lei D’Annunzio visse dieci anni di grande passione e fervore creativo.
Nel 1911 questo legame finisce e D’Annunzio, pieno di debiti e tormentato dai creditori, lascia la splendida dimora fiorentina , la Capponcina, e si trasferisce in Francia.
Tornerà in Italia nel 1914 e parteciperà ai movimenti interventisti e poi alla guerra come aviatore, ovviamente facendo parlare di sé…basti ricordare il volo su Vienna e la beffa di Buccari.
La vittoria italiana, costata lacrime e sangue, gli parve “mutilata” perché l’Italia aveva perso l’Istria e la città di Fiume. Nel 1920 organizzò una grande marcia per la riconquista della città.
Ma alla fine lascia Fiume, dicendo con amarezza “Questa Italia non vale la mia vita!”. Passerà gli ultimi anni al Vittoriale, grande dimora affacciata sul lago di Garda, con l’ultimo amore , la pianista Luisa Baccara, e la fida cameriera-amante Amelie. Osserverà da qui, mentre il suo fisico si sta rapidamente consumando, ciò che accade in Europa. D’Annunzio disprezza profondamente Hitler, mentre Il suo rapporto con Mussolini è ambiguo. Mussolini per conquistarne la simpatia non gli fa mancare il suo sostegno economico. Dice di D’Annunzio “E’ come un dente cariato: o lo si estirpa o lo si copre d’oro”.
La morte lo coglie a settant’anni, seduto al suo scrittoio. La dimora del Vittoriale, intatta col suo carico di cimeli, libri, oggetti, vestiti, ricordi…parla ancora ai visitatori del genio irrequieto ed edonista che l’ha abitata.
Rita Testa