I MEZZI DI INFORMAZIONE NELLA COMPRENSIONE DEL MONDO
Cittadella, incontro dibattito con il Direttore della Sede Rai del Veneto.
Un convegno sulla comunicazione, sul suo uso ed abuso, sul ruolo dei mass media e di internet in particolare: poteva diventare un compitino di divulgazione culturale, magari svolto con diligenza! Chi conosceva il relatore, Giovanni De Luca – Direttore della sede Rai del Veneto – ed il suo splendido curriculum, sapeva di non correre questo rischio.
I Clubs Lions, Rotary e Panathlon di Cittadella assieme all’Amministrazione Comunale hanno così offerto alla cittadinanza, nello splendido auditorium di Torre di Malta, una occasione di dibattito particolarmente ricca di agganci culturali e di riferimenti storici utili per una riflessione consapevole sulla comunicazione.
I Media e il Medium, l’identità genetica con il primo homo sapiens, la rivoluzione mediatica di Gutenberg, la replicazione delle immagini con l’introduzione dell’elettricità: sono solo alcuni degli spunti argomentati dal dott. De Luca poi ripresi nel dibattito finale dai molti interventi. La sua analisi sui media, definiti oggi Quarto Potere, ha poi spaziato: dalla comunicazione contestualizzata nel “mito della caverna” di Platone alle critiche mosse da R.Stallman, guru del software libero a Steve Jobs, ex padre-padrone di Apple.
Interessante è stato il suo argomentare sulla televisione che avrebbe causato la fine della cultura ragionata; televisione come strumento di controllo delle coscienze; meccanismo diabolico capace di influire sul metabolismo, sull’umore, sul sonno e con conseguenze capaci di determinare una mutazione antropologica; televisione come prima causa del cosiddetto “analfabetismo di ritorno”. Il televisore al bar ai tempi di “Lascia o raddoppia?” aggregava, socializzava. Quello in casa oggi divide.
Anche il web, contrariamente a ciò che si può pensare, produce una riduzione della socializzazione. Sul web l’individuo è convinto di vivere un rapporto dialettico one to one ma sta invece parlando a una moltitudine di cui non ne conosce i veri confini. Non a caso i pedofili e le reti di pedofili lo utilizzano come strumento per catturare le loro vittime.
Sollecitato da alcuni interventi che sostenevano l’importanza educativa della “buona” informazione ha detto, in modo pragmatico e schietto, che l’unica regola che governa è l’audience. Anche se non dovrebbe accadere, neanche il servizio pubblico riesce ad essere scevro da questa responsabilità. Il male prevale sul bene, i guai degli altri sono sempre motivo di ilarità e di narrazione. Raccontare il “bene” quindi non vende.
La domanda che infine non poteva non essergli rivolta è stata: dove andremo? Ma qui si aprirebbe un altro complesso capitolo, che potrà probabilmente essere oggetto di altri incontri e convegni da trasferire magari in ambito scolastico.
pc