I MEZZI DI INFORMAZIONE NELLA COMPRENSIONE DEL MONDO

I MEZZI DI INFORMAZIONE NELLA COMPRENSIONE DEL MONDO

17 Novembre 2014 0 Di Nicoli Dario

Cittadella, incontro dibattito con il Direttore della Sede Rai del Veneto.

Un convegno sulla comunicazione, sul suo uso ed abuso, sul ruolo dei mass media e di internet in particolare: poteva diventare un compitino di divulgazione culturale, magari svolto con diligenza! Chi conosceva il relatore, Giovanni De Luca – Direttore della sede Rai del Veneto – ed il suo splendido curriculum, sapeva di non correre questo rischio.
I Clubs Lions, Rotary e Panathlon di Cittadella assieme all’Amministrazione Comunale hanno così offerto alla cittadinanza, nello splendido auditorium di Torre di Malta, una occasione di dibattito particolarmente ricca di agganci culturali e di riferimenti storici utili per una riflessione consapevole sulla comunicazione.

I Media e il Medium, l’identità genetica con il primo homo sapiens, la rivoluzione mediatica di Gutenberg, la replicazione delle immagini con l’introduzione dell’elettricità: sono solo alcuni degli spunti argomentati dal dott. De Luca poi ripresi nel dibattito finale dai molti interventi. La sua analisi sui media, definiti oggi Quarto Potere, ha poi spaziato: dalla comunicazione contestualizzata nel “mito della caverna” di Platone alle critiche mosse da R.Stallman, guru del software libero a Steve Jobs, ex padre-padrone di Apple.

Interessante è stato il suo argomentare sulla televisione che avrebbe causato la fine della cultura ragionata; televisione come strumento di controllo delle coscienze; meccanismo diabolico capace di influire sul metabolismo, sull’umore, sul sonno e con conseguenze capaci di determinare una mutazione antropologica; televisione come prima causa del cosiddetto “analfabetismo di ritorno”. Il televisore al bar ai tempi di “Lascia o raddoppia?” aggregava, socializzava. Quello in casa oggi divide.

Anche il web, contrariamente a ciò che si può pensare, produce una riduzione della socializzazione. Sul web l’individuo è convinto di vivere un rapporto dialettico one to one ma sta invece parlando a una moltitudine di cui non ne conosce i veri confini. Non a caso i pedofili e le reti di pedofili lo utilizzano come strumento per catturare le loro vittime.

Sollecitato da alcuni interventi che sostenevano l’importanza educativa della “buona” informazione ha detto, in modo pragmatico e schietto, che l’unica regola che governa è l’audience. Anche se non dovrebbe accadere, neanche il servizio pubblico riesce ad essere scevro da questa responsabilità. Il male prevale sul bene, i guai degli altri sono sempre motivo di ilarità e di narrazione. Raccontare il “bene” quindi non vende.

La domanda che infine non poteva non essergli rivolta è stata: dove andremo? Ma qui si aprirebbe un altro complesso capitolo, che potrà probabilmente essere oggetto di altri incontri e convegni da trasferire magari in ambito scolastico.

pc