IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI GOVERNATORI MICHELE SERAFINI: “IL LIONISMO VA DIFESO”

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI GOVERNATORI MICHELE SERAFINI: “IL LIONISMO VA DIFESO”

29 Marzo 2015 0 Di Padoan Paolo

Noi lions siamo tutti dediti al “servizio”, ma siamo al servizio del Lions Clubs International o di noi stessi?
Mi pongo questa domanda ogni volta che mi accorgo di quanto personalismo ci sia intorno a noi e quante individualità soffochino la nostra associazione.
Molte decisioni da prendere sono spesso motivate più dal desiderio di ottenere vantaggi personali, anche se questi danneggiano il lionismo o, peggio, sono in palese contrasto con esso. E così avviene per certe prese di posizione assunte da alcuni di noi. In questi casi viene a mancare l’obiettivo primario del nostro “essere Lions”, cioè il desiderio di perseguire gli scopi dell’associazione e non di anteporre a quelli i propri.
Ho scritto recentemente, e lo ripeto, che noi soci dobbiamo difendere il lionismo da questi atteggiamenti, che – purtroppo – sono sempre più spesso radicati in tutti i livelli della nostra associazione.
Nelle prossime settimane, negli oltre 1.300 club italiani, ci saranno le assemblee per il rinnovo dei Consigli Direttivi e io mi auguro che a tutti i candidati-leader sia chiaro che essere officer della nostra associazione significa mettere se stessi al servizio del proprio club e del distretto e non il contrario. Quanti danni ha arrecato l’atteggiamento personalistico, evidenziato dalla perdita di motivazione da parte dei soci che vorrebbere operare per il bene degli altri con passione ed entusiasmo… Ho ricevuto in questi ultimi mesi molte mail di soci che parlano di crisi di valori e di mancanza di etica nella nostra associazione. E allora noi dobbiamo lottare tutti assieme per fare in modo che chi segue con passione la vita della nostra associazione non si senta tradito dall’as- sociazione stessa.
Il lionismo è fatto da tante persone benpensanti ed io mi auguro che siano proprio i soci a sollevare al più presto il vento del cambiamento. Un vento che ci spinga verso i principi ispiratori dei nostri fondatori attraverso la scelta di nuovi leader che siano in grado di portare a compimento questo indispensabile processo di rinnovamento. Un anno è troppo breve e solo se il cambiamento avrà continuità nel tempo si potranno superare le difficoltà che sta vivendo attualmente il nostro multidistretto.
Dall’inizio dell’anno abbiamo perso altri 500 soci e siamo scesi sotto la soglia dei 43.000: per l’esattezza siamo 42.515. Nello stesso periodo altri mul- tidistretti importanti come il nostro sono cresciuti: la Germania, ad esempio, ha raggiunto e superato quota 52.000.
Perché c’è questa differenza tra i multidistretti della stessa area geografica?
In questi mesi ho incontrato diversi Presidenti del Consiglio europei e ho potuto confrontarmi con loro sulla situazione organizzativa nei rispettivi multidistretti. Rispetto a noi, gli altri sono strutturati in modo diverso e hanno modelli operativi molto articolati e molto vicini ad una strategia aziendale. In Italia stiamo discutendo da mesi se dare o non dare al nostro multidistretto una per- sonalità giuridica, mentre gli altri sono già andati oltre, con la creazione di strutture preposte al fund raising e segretariati generali che godono di una certa autonomia operativa.
In Italia ci basiamo ancora sul successo delle iniziative portate avanti dai singoli e anche per le candidature alle cariche internazionali non c’è il consenso costruito attorno a proposte pluriennali. Dobbiamo contare di più a livello internazionale e questo lo si può ottenere solo con un’attenta programmazione di tutto quello che facciamo e con il consenso di tutti.
Soprattutto ci manca, purtroppo, un radicato senso del gruppo, che vuol semplicemente dire sentirsi parte di un insieme importante e non perseguire solo gli interessi di un singolo o le aspettative di pochi. Il proprio ego viene spesso anteposto alla mission del lionismo e questo non può essere accettato da parte di chi ama la nostra associazione.
Nella nostra azione c’è bisogno di maggiore trasparenza operativa, ma anche di concretezza, perché il mondo è cambiato e non basta affermare, per sopravvivere, che siamo la più grande organizzazione mondiale di volontariato. Solo lavorando assieme, con un rinnovato senso di appartenenza e con una concreta voglia di scardinare le nostre cattive abitudini, si possono aprire le porte della nostra associazione alle molte persone che potrebbero trovare, attraverso il lionismo, un’opportunità straordinaria per aiutare il prossimo e cambiare, migliorandolo, il mondo.