Banche e imprese, più fiducia contro la crisi

Banche e imprese, più fiducia contro la crisi

14 Febbraio 2014 0 Di Nicoli Dario

Pil precipitato di oltre otto punti, il 15% della base produttiva perduto, il numero dei disoccupati raddoppiato.

 

Sono questi i numeri della catastrofe economica che ha colpito il nostro paese dal 2007 a oggi e che non potranno migliorare se non si favorirà la crescita di un nuovo rapporto di fiducia fra cittadini e banche e fra banche e imprese.

E’ questo il quadro uscito dal convegno “Banche e imprese, un cammino comune nel contesto economico attuale e nelle sfide future” svoltosi a Badia Polesine il 12 febbraio 2014, organizzato dai Lions club Badia Polesine Adige Po e Rovigo, con la partecipazione di Francesca Libanori, vicepresidente Unindustria Rovigo, Giovanni D’Andrea, imprenditore e amministratore della Rpm Spa di Badia  e Giovanni Costa, presidente della Cr Veneto.

Un quadro agghiacciante, illustrato dal presidente del Lions Club Badia Giorgio Ghiotti, dal quale emerge che le banche hanno ridotto del 10% i crediti concessi e che il 42% cento dei giovani non ha alcuna prospettiva di lavoro.

Tutta colpa delle Banche? No di certo – chiarisce  il presidente del Lions Club Rovigo Vincenzo Altieri – perché le Banche stesse sono imprese e se è vero che, in quanto tali,  sono chiamate ad assumersi dei rischi come sottolinea il sindaco di Badia Fantato, esse sono tenute a rispettare dei parametri e dei criteri nella concessione dei prestiti che garantiscano la loro stabilità.

Che fare, allora? La questione è soprattutto politica ed è il Governo – qualunque esso sia – che deve mettere in campo strumenti utili a favorire il consolidamento e la crescita delle aziende italiane, a incoraggiarne l’innovazione ai fini di creare nuovi posti di lavoro.

Francesca Libanori ha indicato le mosse da compiere: diminuzione del carico fiscale sulle imprese, snellimento della burocrazia, più facile accesso al credito, contratti di lavoro flessibili come è avvenuto in Germania, salario minimo garantito ed eliminazione della Cassa Integrazione che non crea lavoro. Per Giovanni D’Andrea occorre anche favorire l’innovazione nei processi di produzione delle imprese perché anche la competitività è un fattore di sviluppo.

Il professor Costa mette il dito sul nuovo scenario globale che si incentra su tre grandi temi: cambiamento, tecnologia, demografia. Dopo avere sottolineato il proficuo rapporto esistente fra Banche e Imprese nel Veneto tale da dare vita a un originale modello di sviluppo, ha riconosciuto che in questa direzione occorre fare di più. Anche se le nostre Banche sono ben patrimonializzate mentre, al contrario, molte imprese non lo sono affatto. Il rischio è ineliminabile – ha osservato Costa – ma va detto che negli ultimi anni le sofferenze bancarie sono triplicate.

La proposta per guardare con più ottimismo al futuro? Capitalizzare le imprese, ridurre il cuneo fiscale, garanzie di filiera come è accaduto nel caso Gucci e Diesel, rafforzamento del Confidi, fare pulizia nel bilancio delle Banche, cambio significativo della spesa pubblica.

d.c.n.